"Non so ancora quale sarà il mio futuro. Ci sono molti tifosi che mi chiedono di tornare al Tottenham, ma questo lo deciderà il club insieme al Napoli, che ha ancora un'opzione per l'acquisto. Essere in prestito al Napoli non mi pesa, però a volte vedo che noi giocatori siamo trattati più come una merce che come persone in carne ed ossa".
"Sono felice di aver scelto Napoli, perché con il Tottenham non c'era altra soluzione. Con Conte in panchina non avevo altra scelta. Io avrei voluto dimostrare il mio valore in campo, ma poi in ritiro mi è stato comunicato che sarei rimasto ai margini della squadra".
L'approccio con Napoli. "Non ne sapevo molto prima di metterci piede. Sapevo che c'era un fervore particolare, un po' come a Marsiglia. Sud contro Nord, un po' "noi contro il resto del Paese". L'ho capito quando sono arrivato... Mi era stato detto anche che giocare a Napoli andava bene, ma che poteva diventare rapidamente complicato. Quando vinci, va abbastanza bene, ma quando i risultati qui non ci sono... Beh, finora non ci si può lamentare (ride, ndr). Onestamente non avevo mai vissuto un'atmosfera del genere. Quando esco per strada, se vado in un ristorante o a fare un giro, la gente mi salta addosso. È impossibile camminare tranquillamente. Qui non c'è anonimato, fa parte del contesto, ma diciamo che ero abituato a posti più posati (ride, ndr). Mi piace passare inosservato, essere in un posto e non esserci".