Questa finora non l'aveva mai detta: "L'uscita dalla Champions mentalmente ha pesato molto". Calzona riesce a tirare fuori come scusa di un epilogo imbarazzante, una cosa successa tre mesi fa. "Da quel momento la squadra aveva come unico obiettivo di vincere in campionato, e dover vincere a tutti i costi ha pesato tantissimo, non abbiamo avuto la forza..."
Poi tira fuori statistiche su statistiche: abbiamo tirato più di tutti, abbiamo subito meno tiri di tutti ("abbiamo una media altissima di gol presi, una roba allucinante: il 60%"), che mirano sostanzialmente a dire una cosa: se non facciamo gol e invece li subiamo non è mica colpa mia.
Come se l'allenatore non stesse lì anche per quello...
Poi finalmente si prende un pochino di colpe: "Questa squadra, ed è anche colpa mia, non è riuscita a creare una attenzione tale da non poter subire tutti questi gol, allucinante. La squadra non ha avuto sensazione del pericolo, tornare sotto palla si è fatto fatica".
Poi la supercazzola sui moduli. "Ci ho pensato a cambiare modulo, perché non mi fossilizzo su un modulo solo. Ma la squadra non aveva determinate caratteristiche: Simeone-Osimhen non sono compatibili, se metto Raspadori perdiamo tanto indietro, poi abbiamo esterni come Kvaratskhelia e Politano che sono prettamente offensivi e non centrocampisti esterni che hanno fase difensiva per il 4-2-3-1. Poi Anguissa potrebbe essere adatto a due, ma Lobotka va in difficoltà . Oltretutto le soluzioni alternative sono Lindstrom e Ngonge che è molto offensivo, è uno che fa molta fatica a fare la fase difensiva: diventa un problema, sono le caratteristiche che ho trovato. Se avessi avuto la possibilità , avrei voluto giocare a tre. Ma serviva equilibrio".
Gli chiedono, visto l'atteggiamento, se la partita è stata preparata bene: "La partita l'abbiamo preparata benissimo, non c'era motivo di andare in ritiro: l'albergo nostro è a Pozzuoli, ci sono varie scosse e non volevamo creare problemi in caso ci fosse stata stanotte. A Napoli era difficile trovare posto, dovevamo andare fuori provincia. I ragazzi sono professionali, abbiamo ritenuto opportuno vederci stamattina. Non vedo una grande differenza di prestazione tra Firenze ed oggi, non è che vai in ritiro e poi vinci".
Gli chiedono anche del cambio finale di Di Lorenzo, praticamente spedito nella bocca del leone: "Ero contento di Mazzocchi a Firenze, Olivera stava facendo bene e volevo spinta a destra. Di Lorenzo è un grande professionista, ma prevale sempre la squadra e pensavo di migliorarla. Solo per questo".
Per inciso, il cambio è avvenuto al minuto 86. Era così contento di Mazzocchi che gli ha dato 9 minuti, wow!
Sui tifosi. "Hanno fatto una protesta pacifica, nella mia gestione fin quando c'è stata speranza di arrivare nelle coppe ci hanno sostenuto con lo stadio pieno. Non possiamo dirgli nulla, in altri stadi si vedono contestazioni forti e al limite, quella dei tifosi del Napoli è stata doverosa e civile".
Dimissioni: "Perchè avrei dovuto farlo? Si sbaglia se si dice che la squadra non seguisse le direttive, ha provato a fare ciò che gli dicevo e si è allenata sempre bene. A Castel Volturno ci siamo sempre confrontati, perchè dovevo dimettermi se potevamo andare in Europa League? Non sono venuto a Napoli per soldi, se vedo una squadra che non mi segue o che crea problemi, ho sentito di cotte e di crude ma non è mai successo nulla. I confronti succedono anche nella prima in classifica, ma eravamo ancora in lotta per arrivare dove volevamo. Dato che non sono qui per soldi, metto in difficoltà anche la società che mi ha scelto".