Il difensore azzurro Alessandro Buongiorno ha parlato a "La Stampa".
L'incontro con Conte. "Era giugno scorso, a cena. Fu un incontro del tutto casuale, ma scatta subito qualcosa. So che è difficile crederlo, ma il ct Spalletti ci diede un giorno di riposo prima degli Europei, così organizzo una serata in un ristorante di Torino: siamo una decina, il cameriere mi avvicina: “Ale c’è il tuo nuovo mister nell’altra sala”. Disse così perché che il Napoli mi volesse non era un mistero, ma era la prima volta che parlavo con Conte".
Il NO alla Juve. "E' stata una questione di cuore", dice l'ex capitano granata. "Quando si è fatta viva l’Atalanta avevo deciso di rimanere al Toro dopo un giro di consultazioni con familiari amici conoscenti. Quando si è fatta aveva la Juventus, ho deciso da solo".
Un tecnico speciale. "Conte ti entra nella testa. Io credo di essere migliorato nella gestione della palla sotto pressione, nel dialogare con i compagni, nel guadagnare metri: ma, prima, bisogna saper difendere, guai a dimenticarselo".
La partita chiave. "Fu Napoli-Inter, 1-1... segna Billing e pareggiamo sul finale una partita giocata alla pari, se non meglio. “Allora siamo forti”, ci siamo detti tra di noi".
La speranza. "Lavoro per rientrare nella gara con il Cagliari, l’ultima al Maradona".