Il 23 maggio 2025 è un'altra data scolpita nella storia (ore 22:48). Il Napoli è CAMPIONE D'ITALIA per la quarta volta.
E' il trionfo più inaspettato, più sofferto e per questo più bello. Un trionfo "made in Sud", perché se De Laurentiis è un napoletano acquisito, sia Conte che Manna sono meridionali doc.
A certificare lo Scudetto è la vittoria sul Cagliari, maturata con un gol per tempo (McTominey e Lukaku).
Per raccontare la partita si deve partire da prima che avesse inizio.
Dalla tensione accumulata per giorni, dopo la grande paura di domenica scorsa.
Dal gol di Pedro visto come un segno del destino.
Dalla scaramanzia che finalmente è tornata padrona in città, visto che il numero "4" s'è visto poco in giro negli ultimi giorni.
Dal discorso dei giocatori nello spogliatoio, prima del match: ognuno ha letto una frase, una dedica, un incitamento; l'ultimo a farlo è stato Di Lorenzo (quello che voleva andare via in estate) mentre il penultimo è stato Lukaku (quello che invece voleva assolutamente venire).
FORMAZIONI UFFICIALI
NAPOLI 4-4-2: Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Olivera, Spinazzola; Politano, Anguissa, Gilmour, McTominay; Raspadori, Lukaku.
CAGLIARI 3-5-2: Sherri, Zortea, Yerri Mina, Luperto, Augello, Zappa, Adopo, Makoumbou, Deiola, Viola, Piccoli.
L'ultimo atto Conte se l'è visto dal "gabbiotto" perché squalificato, e questo è stato un po' il simbolo della stagione azzurra, vissuta sempre all'insegna di qualcosa o qualcuno che non c'era. Non c'è mai stata abbondanza, c'è sempre stato qualcosa che mancava. Soprattutto per questo il Napoli l'ha meritato più di tutti.
Nella partita con il Cagliari l'unica insidia era... il Napoli. La pressione addosso. Bisognava sbloccarla presto, per scrollarsi di dosso la paura di vedere dei fantasmi cammin facendo.
E il Napoli c'ha provato...
Al 4' Rasapdori fa la barba al palo. Al 10' contropiede azzurro condotto da Spinazzola, gran palla per Gilmour che calcia addosso a Sherri, la palla arriva a Politano che spara alto. Due minuti dopo Di Lorenzo arriva sul fondo, cross basso per Lukaku ma Sherri anticipa il belga e mette in angolo. Al 15' Rrhamani si districa in area e calcia, Sherri respinge e salva i rossoblù. Al 24 Raspadori imbuca per Lukaku che si gira bene ma quando calcia trova il piedone di Mina che devia in angolo.
Intanto segna l'Inter a Como, e "virtualmente" sarebbe campione d'Italia.
In campo agli azzurri non viene detto nulla, perché in fondo per noi non cambia nulla.
Per qualche minuto allentiamo la presa - complice un malfunzionamento del VAR che interrompe la sfida per 5 minuti - ma la stringiamo di nuovo verso la fine del primo tempo.
Al 38' doppia chance per Spinazzola, che trova prima Sherri e poi i difensori a respingergli il tiro ravvicinato.
Ma al 41' esplode la città: cross di Politano, McTominey in sforbiciata acrobatica fa 1-0.
In avvio di ripresa ci viene un po' di patema, perché per 5 minuti non usciamo dalla nostra metà campo. La sindrome del "braccino" ci tormenta...
Ma la prima volta che superiamo la metà campo, al 50', arriva il bis: pallaccia lunga per Lukaku, il belga parte da metà campo e si trascina tipo caterpillar sia Mina che Adopo, che alla fine stramazzano al suolo mentre il belga entra in area e infilza Sherri, 2-0.
Adesso il Maradona non si trattiene più, perché sente lo Scudetto a un passo.
Al 60' fuori Politano, dentro Neres.
Al 63' proprio il brasiliano potrebbe fare tris: palla profonda per Lukaku che avanza e poi dà un cioccolatino al brasiliano, che solo davanti a Sherri si fa ipnotizzare dal portiere che respinge in angolo.
Due minuti dopo stesso copione, a ruoli invertiti: è Neres che crossa bene, Lukaku di testa da due passi mette fuori.
Al 75' finisce la partita di Lukaku. Entra Simeone.
Al 78' seconda occasione per Neres, lanciato nello spazio da Simeone: il brasiliano se la porta vanti male, poi riesce a dribblare un paio di avversari ma quando tira si trova un muro davanti che gli respinge la conclusione.
Ultimi cambi a pochi minuti dalla fine, fuori Spinazzola, Raspa e Anguissa. Dentro Ngonge, Billing e soprattutto Mazzocchi, che vive il suo personalissimo sogno nel sogno.
Passano i minuti e la festa comincia a divampare, per poi esplodere definitivamente alle 22:48. Il Napoli è campione