Il solito modo sbrigativo italiano di risolvere i problemi, ossia mettere una pezza per farci guardare al dito piuttosto che alla luna. Che Spalletti abbia fallito è un dato di fatto incontrovertibile, ma se pensiamo che togliendo di mezzo lui la nostra Nazionale si rianimerà, sbagliamo di grosso.
E' fuori di dubbio che Spalletti vada accantonato, perché se il pessimo Europeo poteva avere una minima giustificazione nel fatto di essere entrato in corsa e aver avuto solo pochi mesi per prepararlo, il vergognoso debutto per qualificarci al Mondiale è tutta opera sua.
Dopo la pessima spedizione europea in Germania, il ct disse che avrebbe cambiato pagina. Scaricò quasi tutte le colpe sui giocatori, facendo cadere alcune teste (Pellegrini, Jorginho, Chiesa, perennemente in bilico Zaccagni e Politano). Ma la sua opera di pulizia, oltre che produrre esiti tutt'altro che positivi, ha avuto pure il danno collaterale di creare una frattura con il gruppo. A naso, il 90% dei giocatori gli avrebbe dato un calcio in culo da tempo.
Spalletti non è più idoneo a svolgere il suo ruolo, è palese. Se manca empatia con i giocatori, non si va da nessuna parte.
Tolto di mezzo lui, risolvi un bel problema... ma poi me ne restano mille (diceva uno dei tormentoni canori del 2021).
E quei mille problemi sono i giocatori.
Non è che di colpo il nuovo CT farà diventare Orsolini come Yamal, oppure Maldini il nostro Doué, e neppure trasformerà Kean in Mbappé. Siamo un Paese che da oltre un decennio produce buoni giocatori e nulla più. Per rialzarci servirà un lavoro profondo, che però richiederà molti anni per dare i primi frutti.
Il problema è che quel lavoro deve partire dalla Federazione, attualmente guidata da un politicante come Gravina che dal 2018 sta attraversando il punto più basso del nostro calcio pensando solo a tenere il culo sulla poltrona. Nel frattempo sono cambiati CT, consiglieri e molti giocatori, ma lui è sempre là. Se il calcio è la quarta industria del Paese, bisognerebbe fare come in qualsiasi industria al mondo: se le cose vanno male, i vertici cadono tutti. Invece Gravina è stato un fenomeno, ha dribblato ogni crisi restando sempre in sella. E' lui il nostro vero Yamal.