Nella giornata di ieri, tutti davano in chiusura l'affare Osimhen. Noi a questa possibilità non gli abbiamo dedicato manco un rigo. Siamo rimasti a quello che dicemmo lunedì, ossia che il Galatasaray non può sborsare tutti e subito i 75 milioni e che per riuscire a convincere il nigeriano ad andare in Turchia ha dovuto digerire diverse condizioni, a cominciare da una "via di uscita" a un prezzo vantaggioso.
Ma queste condizioni rischiano di diventare un boomerang economico, per cui il Galatasaray doveva per forza "inventarsi qualcosa" con il Napoli per limitare i potenziali danni. Peraltro probabili, perché come diciamo da tempo, a Osimhen del Galatasaray non frega proprio nulla.
Ragioniamoci un attimo: se ti bastano 75 milioni per prendere un giocatore, e tu dici di averli, basta mandare il bonifico e amen. Invece prima volevano trattare sul prezzo, poi loro hanno mandato addirittura il vice-presidente Metin Öztürk a negoziare sulle condizioni di pagamento. Era chiaro che qualcosa non tornava.
Il Napoli ha accontentato la richiesta di rateizzare il pagamento, ma ha chiesto una cosa abbastanza logica: garanzie bancarie. E il Gala non le ha prodotte. Significa che manco le loro banche si fidano. Il Galatasaray pretendeva che ci fidassimo del "ti pagherò".
Come finisce adesso? Secondo noi, malissimo.
Ma siccome nel mercato non si può mai dire mai, il Gala ha ancora la possibilità di presentarsi con tutte le garanzie del caso per chiudere l'operazione. Altrimenti, Osimhen tornerà a essere un problema solo del Napoli.