Il presidente Aurelio De Laurentiis ha parlato oggi da Giffoni, dove era presente per l'inizio del Film Festival.
"In questo momento non posso parlarvi di mercato, ma gli obiettivi sono di essere sempre competitivi ai massimi livelli. Il problema del Napoli e come le altre squadre italiane riguarda il sistema calcio fallimentare dove ci troviamo. Pensate che in Inghilterra fanno il triplo del fatturato in Italia e perdono circa 750 milioni di pounds. Perché il sistema del calcio italiano è fallimentare, il rischio è che tra 2-3 anni il calcio scompare. Le società non possono più sopravvivere, serve prendere delle decisioni e io ho dato una lista di consigli. Uno l'avevo dato anni fa, ma solo da poco il Ministro dello Sport ha prolungato il contratto dei giocatori fino a 8 anni, come avevo richiesto. Però i conti sono tutti sballati e serve fare qualcosa, il sistema calcio non funziona. Le istituzioni dello sport non devono difendere soltanto le loro poltrone, seno è troppo facile. E' troppo facile essere eletti da chi vuole mantenere la propria poltrona ad oltranza. Bisogna muovere il culo e fare dei cambiamenti. Questa è una mission che devono adottare altrimenti è meglio che vanno a casa".
I conti. "Veltroni è stato illuminato nel 1996 quando ha detto che i club di calcio non sono più club, ma società di capitali con finalità lucrative, quindi devono avere i bilanci in equilibrio. Anche la Uefa ha istituito il FPF. Poi però questo concetto non è entrato nel cervello di nessuno... debiti su debiti, ammissioni ai campionati senza averne la possibilità. E il sistema che fa? Dà l'ok per giocare. Anche nel calcio femminile hanno sbagliato, portandolo da zero al professionismo senza badare ai costi. Chi sta dietro al calcio sembra quasi che faccia la guerra al calcio pur di non farlo crescere. I politici credono che noi siamo dei miliardari quando il 90% dei club è pieno di debiti".
Lo stadio. "Si può fare in 3 anni".
La Champions. "Vincere non dipende da me, ma da quanto sono forti gli altri, dagli infortuni, da quanto saranno bravi i nostri allenatori".
Il centro sportivo. "Abbiamo fatto la verifica di 25 siti per farne uno nuovo, ma in Campania e in tanti altri posti dell’Italia hanno sepolto di tutto sotto la terra. Quindi quando faccio verifiche e trovo discariche o sotto la terra l’acqua io che campi di calcio posso fare. Abbiamo trovato ora una 20ina di ettari, devo mettermi in macchina per capire distanza e percorribilità, ma anche i mezzi di trasporto che ci sono e possono arrivare. Devo capire a livello di tempo i bambini di 10 anni come possono arrivarci. Però abbiamo vinto due scudetti con i centri sportivi di un certo livello, importanti per la prima squadra e più modesti per le altre squadra. Ma abbiamo vinto e abbiamo tirato fuori anche dei bei giocatori. Non ci è mai mancato nulla, poi la critica si può fare".
Gli extra-comunitari. "La legge Bossi-Fini del 2001 non esite più, ma comunque ci viene impedito di avere più di 2-3 extracomunitari. In Portogallo, Spagna, Inghilterra, ecc hanno numeri diversi, ma io gioco contro loro. Siamo l’unico paese che ha questa limitazione stupida, che però non ha evitato certe figure di merda... se fai giocare i 37enni e non i giocatori di 20anni che sono il futuro, è normale che la Nazionale non ha futuro".
La struttura del club. "Nel Napoli siamo poco più di 100 persone a lavorare, in altre società 500-600 e questo e determina anche una differenza di costi. A un certo punto non ero d'accordo ad arricchiere Nike, Adidas, Puma... venne da me il torinese boione che non voleva darmi i 7 milioni pattuiti perché c'era il Covid. A fine anno allora vedo che loro in America avevano venduto 5 maglie e dissi o non sono capaci o mi stanno prendendo in giro. Chiedo il contratto e vedo che entro il mese di febbraio potevo fare la disdetta, senza pensarci due volte ho esercitato il contratto di maglie che mi facevano in Cina. Chiamai il mio amico Giorgio Armani per farmi fare le maglie A7 in collaborazione, chiamai mia figlia che faceva la psicologa e lei che faceva moda a 19 anni si è interessata alla produzione delle maglie. Abbiamo aperto tanti negozi e il primo giorno delle maglie nuove abbiamo incassato mezzo milione. C'è tanto gap rispetto a ciò che facevamo prima con le maglie".
La passione. "Alla festa scudetto con il giro del pullman abbiamo avuto 70 milioni di visioni. Cosa spinge un tifoso del Napoli ad essere così passionale dovete chiederlo a Maurizio De Giovanni che potrebbe dare ogni tipo di risposta. Quando arrivai a Napoli c'erano bambini per strada con maglie di Milan, Inter e Juve, era dimenticato il Napoli in città. Oggi i bambini sono attaccatissimi al Napoli ed è cambiato un mondo. Che le persone più adulti giudichino da sfigati dicendo che Napoli è 'matrigna' io posso solo incazzarmi. Io vivrei a Napoli tutta la vita, non vivrei a Parigi o New York. Io vivrei solo a Napoli, Londra e Los Angeles. Io a Dubai non passerei nemmeno un giorno della mia vita. Il 14 di agosto vado a Vulcano a trovare un ristorante fantastico dove tu mangi e voli".