Luciano Spalletti continua a punzecchiare a distanza De Laurentiis, consolidando l'idea che sia un gran "frevajolo".
In un'intervista rilasciata a Repubblica sottolinea il peccato di egocentrismo del presidente, che dopo lo Scudetto di 2 anni fa si credette onnipotente. "De Laurentiis ha capito che per vincere ancora avrebbe avuto bisogno di prendere un grande allenatore, che non dipendeva tutto solo da lui", dice Luciano mister terzo Scudetto.
Peccato che lui stesso sia stato vittima della stessa mania, quella di sentirsi l'artefice di tutto quel che accade di buono. Se ne andò sbattendo la porta come a dire "e mo voglio vedere cosa fate senza di me". Pensava che, dopo il suo trionfale passaggio, a Napoli sarebbero calate le tenebre calcistiche. E per 12 mesi ha avuto anche ragione.
Poi però la realtà di ha presentato un conto salatissimo, perché mentre lui - da giugno 2024 a giugno 2025 - falliva miseramente con la Nazionale, Antonio Conte raccoglieva un Napoli devastato e lo portava al quarto Scudetto. Il più emozionante di tutti. E il più festeggiato di tutti.
Ecco, questo a Spalletti non è andato proprio giù. Si è messo a fare confronti e si è reso conto che a lui è toccato "soltanto" una serata di festa al Maradona (oltre a tre mesi di feste diluite per tutta la città), mentre a Conte è toccata una parata fantastica sul lungomare, in diretta tv e con le telecamere di mezzo mondo puntate addosso. E Spalletti ha rosicato: "Il più grande dispetto che ho ricevuto è non averci fatto sfilare per la città sul pullman dopo lo scudetto. Mi mancherà per sempre, ancora di più mi è mancato dopo averli visti sfilare quest’anno. Ho chiesto a dei calciatori di mandarmi il video, per capire almeno che effetto facesse quella folla da lì sopra".
I più grandi fanno la storia, gli altri al massimo se la fanno raccontare.