Prima della sfida di Manchester, ha parlato il presidente De Laurentiis.
"Siamo partiti anche bene col campionato, in questa nuova Champions per noi è la prima esperienza per cui andiamoci cauti. Giochiamocela con grande sentimento e ardore, ma non disperiamoci se dovesse capitare qualcosa di inaspettatamente non positivo. Questa Champions è più lunga, ne vedremo di partite e confido nella capacità di Antonio Conte e nei 9 acquisti".
Il film scudetto. "Abbiamo lavorato duramente per tutto l’anno facendo tesoro anche del successo che man mano stavamo raggiungendo. Quindi giravamo in continuazione tante di quelle interviste e scene per rendere le emozioni che stavano vivendo i tifosi e tutti noi insieme. E’ un film che prenderà per mano il cuore di tutti i tifosi a Napoli e in Italia. Invito tutti i napoletani che vogliono rivivere quelle tappe a vederlo".
Su Conte. "Ha assorbito la passione e l’amore che corre nelle vie di Napoli e nei suoi dintorni. E' la città più sensazionale d’Italia e credo che tutto questo abbia fatto effetto su Antonio. Poi con lui abbiamo avuto successo perché ha saputo rimescolare le carte nonostante tutti gli incidenti. Magari si sarà inquietato per la cessione di Kvara, ma non potevo rischiare con l’articolo 17: non potevo dare questa soddisfazione al giocatore, al padre e all’agente. Alla fine, devo dirlo, San Gennaro ci ha messo del suo e abbiamo portato a casa la vittoria".
Stadio e centro sportivo. "Dobbiamo farli per completare il ciclo di crescita che in parte abbiamo già realizzato. Però dobbiamo stare attenti perché come tu ben sai il calcio potente oggi come oggi è quello inglese e arabo. Tutto il resto del mondo è in crisi e pagando lo scotto di una incapacità di far sì che gli stadi virtuali portino quei risultati che possano far crescere il calcio in Francia, in Italia, in Spagna... in Inghilterra sono stati straordinari anche a poter decidere che la prima squadra promossa dalla seconda divisione prende un minimo di 100 milioni di diritti televisivi. Se questo noi lo facessimo in tutti gli stati europei gli investimenti sarebbero ben diversi. Il problema ritorna sempre lì".