Sull'utilizzo della rosa. «Premesso che Sarri non ha mai partecipato al mercato... forse solo una volta quando suggerì l’acquisto di Maksimovic. Però al di là di questo se impieghi sempre gli stessi va a finire che presto o tardi si rompono e i sostituti hanno pochi minuti nelle gambe e nella testa. Quando Ghoulam si è spaccato, Mario Rui ha impiegato un po’ per carburare. Per tutti era un salto nel buio. Aggiungo Rog, o Diawara che dopo il primo anno Maurizio giudicò fantastico e geniale e che nel secondo ha utilizzato pochissimo. Zielinski, un altro. A marzo il suo agente si è presentato con i minutaggi di Piotr e di Hamsik domandandoci perché volevamo allungare il contratto, visto che aveva giocato un terzo delle partite di Marek».
Sullo Scudetto. «Non è vero che non voglio vincere. Ma sono un dirigente d’azienda e questa azienda per crescere ha bisogno di aumentare il fatturato, non conosco altre vie. L'unico modo per farlo è attraverso le coppe europee. Le coppe sono fondamentali; io sono chairman dell’Eca (l’organismo che rappresenta i club europei, nda) per il marketing e la comunicazione e secondo te non voglio fare strada nelle coppe? Avete visto cosa ha portato a casa la Roma? Novanta milioni».
«Pensa che a oggi là davanti abbiamo Mertens, Milik, Insigne, Callejon, Ounas, Ciciretti, Inglese, il giovane Vinicius e Younes che è stato convocato per il ritiro. Dicevi che non voglio vincere? Faccio presente che quest’anno perdo 15 milioni e che raramente nei precedenti 13-14 bilanci abbiamo registrato un segno negativo. Per me il rosso rappresenta una macchia. Le coppe sono importanti perché l’Italia è quello che è, un calcio che ha avuto tre fustigatori».