DIFESA. Di attenuanti il ragazzo ne ha a bizzeffe. Partendo dall'età: 24 anni, che per un portiere sono l'adolescenza della carriera. In secondo luogo il fatto di dover sostituire colui del quale era il secondo (e ci sarà stato un motivo, no?). E ancora, il recupero da un infortunio che lo ha tenuto fuori dai giochi per diversi mesi. E ci si metta pure una difesa che non è esattamente il massimo dell'impermeabilità.
Già questo basterebbe ad imbastire una difesa convincente del brasiliano. Se poi ci aggiungiamo il fatto che scende in campo consapevole di avere i fucili delle critiche puntati contro e pronti a fare fuoco, be' allora il quadro è tutt'altro che confortevole.
ANDUJAR. La gerarchia dei due portieri è il tema ricorrente di questi giorni. Un tema smontato dai due ex azzurri Iezzo e Taglialatela: "Non si cambia mai in corsa, potrebbe solo essere più dannoso che utile", hanno detto entrambi. Infatti distruggerebbe emotivamente Rafael, senza avere la certezza che poi Andujar non faccia peggio. E a quel punto che si fa, si cambia di nuovo? C'è poi una ragione tecnica che fa di Rafael il "numero uno": sarà di sicuro meno abile nelle uscite e meno leader della sua difesa rispetto ad Andjar, ma è anche molto più esplosivo tra i pali, e se nelle prime due cose Rafael potrà solo migliorare, Anduajr non potrà mai migliorare nella terza: quella o ce l'hai oppure no. La scelta di puntare sul brasiliano è quindi giusta.
BILANCIO. Pensare a Reina guardando Rafael è sbagliato. Non sono uguali perché se lo fossero Rafael varrebbe (vista anche l'età) almeno una trentina di milioni. Prima ci libereremo da questo ingombrante paragone a meglio sarà. E ci associamo all'invito di Iezzo: le curve sostengano Rafael, se non dovrà parare le critiche avrà la mente più sgombra per parare i tiri avversari.
di Stefano Mastronardi (@SteMastronardi)

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