Maurizio Sarri, nato a Napoli nel 1959. Un napoletano sulla panchina azzurra, anche se parla toscano perché è lì che ha sempre vissuto. Sembra fatta la scelta di De Laurentiis, che forse la ufficializzerà lunedì. Alla fine il presidente ha preferito puntare su un emergente, sul rischio, piuttosto che andare a pescare un ripiego tra le prime scelte. Spalletti e Prandelli sono signori allenatori, beninteso, ma sarebbero state investiture fatte senza convinzione, e almeno per quel che riguarda Spalletti, avrebbe chiesto pure un discreto esborso per lui e per allestire la squadra. E' per questo che ADL ci ha riflettuto su, e alla fine ha pensato che se c'era un momento giusto per osare, non poteva che essere adesso. Una sorta di rischio calcolato, però, perché ove mai dovesse andare male, il prossimo anno si libera Antonio Conte, il grande pallino del patron, e magari investimenti più cospicui verranno fatti con lui.
Intanto però c'è Sarri, che di pretese ne ha poche e chissà che questo non tradisca l'intenzione di rimettere a posto i conti (rovinati dalla deludente gestione di Benitez) cedendo Higuain e Callejon. Magari il nuovo tridente sarà con Immobile, Gabbiadini e Insigne, con Mertens a fare lo straniero che di volta in volta si alterna con gli altri. E probabilmente a centrocampo vedremo Valdifiori accanto ad Hamsik... e poi chissà chi sarà il terzo centrocampista che verrà reperito sul mercato.
Non sarà un Napoli dai nomi altisonanti, magari, ma questo nessuno lo può prevedere (del resto Reina, Hamsik, Insigne, Mertens, Immobile, Gabbiadini non sono mica dei brocchi qualunque, e Valdifiori oltre a essere il giocatore con più passaggi di tutta la serie A, è il vicePirlo in Nazionale, mica poco). Ma soprattutto, non è detto che il prossimo Napoli non si dimostrerà più solido, equilibrato ed efficace di quello visto nell'ultimo anno, quello fatto con grandi nomi e che è riuscito a ottenere la miseria di un quinto posto dopo aver sbandierato anche il sogno Scudetto.
di Stefano Mastronardi (@SteMastronardi)
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