Dopo la sconfitta dell'Italia contro il Portogallo, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis da Ginevra, dove ha assistito al match, ha rilasciato qualche battuta ai microfoni di Rai Sport: «Voglio puntare su un Napoli tutto italiano». Un desiderio che probabilmente non si realizzerà mai (e che forse non produrrebbe neppure chissà che risultati), ma che conferma una nuova linea strategica, più italianista, che sta seguendo il Napoli.
«I complimenti per Sarri? Lo dice lei, io la ringrazio (dice De Laurentiis alla giornalista Rai, ndr). Noi dobbiamo ripartire da un concetto tutto italiano. Dopo alcune verifiche all'estero, che non hanno potuto accettare l'Europa League, ho voluto ricominciare dalla provincializzazione. Io vengo dal mondo del cinema, anche il bel cinema si fa in provincia. Crediamo negli italiani, in attesa che cambi questo calcio. Dicono che io sia un visionario, ma ho sempre indovinato. Questo calcio deve cambiare molto».
«Non sono preoccupato da questo aspetto, ma lo sono dei bilanci dei nostri club. Ne ho parlato con Tavecchio, il quale mi ha confermato che forse solo tre club potrebbero iscriversi al campionato. Poi siamo italiani, ci mettiamo sempre una pezza. Io ho sempre detto che bisogna sedersi intorno a un tavolo e parlarne, lo Stato deve mettersi con noi. Il ministro dello sport non esiste, adesso aspettiamo cosa succede. E' chiaro che così non si può andare avanti. E' un circo».

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