Nell'aula bunker di Rebibbia, ieri sono stati ascoltati come teste 4 tifosi del Napoli che il pomeriggio dell'agguato a Ciro erano arrivati da Milano a Roma per assistere al match. «Ho visto gioire De Santis per aver colpito il nostro pullman con i petardi, poi ci ha intimato di scendere. Rideva e diceva "scendete". Stava per far esplodere un altro colpo, quando i miei concittadini hanno richiamato l'attenzione dei tifosi napoletani che erano a piedi. Lui ha indietreggiato e poi ho sentito subito alcuni colpi di pistola. Li ho distinti chiaramente dal suono delle bombe carta perché ho il porto d'armi».
LA TITOLARE DEL CIAK. Durante l'udienza di ieri è stata sentita anche la signora Baglivo, titolare del Ciak Village: «Quando ho visto che alcuni tifosi napoletani hanno cominciato a picchiare De Santis, ho preso la pompa d'acqua per spegnere gli animi e i petardi, finiti sopra la tensostruttura. Ricordo che ci sono state tre ondate di pestaggi. Erano ammucchiati su De Santis, era insanguinato. Si è rifugiato nel club per nascondersi e lì l'ho riconosciuto. Mi ha detto "aiutami". Allora io ho cercato di farlo rotolare verso l'interno. Poi ho trovato tra due vasi una pistola e l'ho gettata in un bidone per evitare un'altra tragedia».
I LEGALI DI CIRO. «Dall'udienza sono emerse altre verità che chiariscono il gesto eroico di Ciro. Ha pagato con la vita il suo altruismo».

Commenti (0) 

