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Biasin: «Che chi dice che Higuain andrà via. Io mica ne sono convinto»

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Il Napoli perde a Udine con tutti i casini che conoscete e da buon "social addicted che se la tira" faccio partire il primo tweet: "Se in presenza di difficoltà tecnico e leader sono i primi a cedere con i nervi, combattere con la corazzata Juve diventa impossibile".
Mi capita spesso di ripudiare un tweet a 24 ore di distanza, tra me e me penso "cazzo ho scritto?". Non in questo caso. I fatti di Udine hanno decisamente fatto crollare alcune personalissime certezze che covavo da tempo sul conto di mister Sarri. Ho sempre pensato che avesse tutto sotto controllo, che il suo "rompere le balle" su questioni francamente di secondo piano - vedi orari delle partite o i fatturati - fosse propedeutico a infastidire la Juve sfruttando il puro cazzeggio dialettico (certe cose in presenza di due squadre che lottano punto a punto ci sono sempre state e mi meraviglio di chi si è meravigliato o addirittura indignato). Fatto sta che l'ottimo tecnico dei partenopei è franato sullo stesso terreno che aveva sapientemente coltivato: i suoi giocatori sono crollati psicologicamente di fronte al primo vero intoppo della stagione, quasi convinti che davvero i concetti di Sarri avessero un solido presupposto e non fossero soltanto un modo per creare subbuglio in casa d'altri.
Il comportamento di Higuain è giustificabile solo se analizzato dal punto di vista umano (un attaccante da 30 gol che vede sfuggire lo scudetto può legittimamente sbroccare), ma non se consideriamo che da lui ci si aspetta che sappia condurre i compagni nei mari placidi, come nelle tempeste. Il paragone non piacerà, ma in casa Juve ai tempi del disastro post-Sassuolo e in presenza di una classifica oscena, presero parola mister Allegri e capitan Buffon: fermi, decisi, soprattutto saldi con i nervi. Si dirà, troppo comodo con una società alle spalle come quella bianconera. Vero, infatti è proprio da lì che Napoli e il Napoli devono ripartire. La stagione in corso molto probabilmente non porterà lo scudetto, ma deve essere un punto di partenza per consolidarsi e ripartire nell'anno della Champions, con la consapevolezza di essere ormai una società all'altezza, una realtà, non un club che deve cibarsi delle sfortune altrui.
De Laurentiis a gennaio ha lesinato, ma sarebbe ingeneroso additarlo come responsabile dell'attuale -6 dalla vetta. Il prossimo sarà il mercato dei pochi ma consistenti colpi in entrata. C'è chi spergiura che la mazzata a Higuain (probabili quattro giornate) porterà all'addio del bomber argentino dall'Italia. Personalmente non ne sono così convinto e in ogni caso mai De Laurentiis mollerà sui famosi - e legittimi - 94 milioni. Anche se il presente ha un sapore amaro, il futuro a Napoli è dolce, abbiate fede.



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