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Jorginho si racconta: «Ecco il segreto del Napoli. E quella sera al Duomo con i bambini...»

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Il mediano azzurro Jorginho si è raccontato in una lunga intervista al sito della SSC Napoli.
«Ricordo il giorno del debutto. Fu bellissimo perché lo stadio era bello pieno e c'era mia sorella in tribuna. Non lo dimenticherò mai. A Napoli i tifosi sono calorosi come in Brasile, per questo mi sono sempre sentito a mio agio».
«Uscire? Ogni tanto. Viviamo comunque la città, andiamo in centro, nei ristoranti, magari qualche giornata libera la passiamo in giro per i negozi o accompagno mio figlio al parco. Fortunatamente il tempo è sempre buono e questo ci aiuta. Mi piace tantissimo».
Vedi il video integrale
[video2]https://www.youtube.com/embed/2uQIkNl0rXI[/video2]
«Ero andato a mangiare la pizza in centro con mia sorella e degli amici. Quando siamo usciti abbiamo visto dei bambini che giocavano davanti al Duomo, mi sono fermato e ho chiesto loro di giocare assieme. Sulle prime mi hanno guadato come a dire "questo
che vuole?!", poi uno mi ha riconosciuto: “Oh ma sei Jorginho!” Mi chiedevano il documento, mi chiedevano di palleggiare perchè non credevano al fatto che fossi io. E' stata una delle cose più belle che mi sia capitata. Avere a che fare con i ragazzini è meraviglioso, sono ancora puri e sinceri al 100%».
«Sono arrivato in Italia con i soldi del mio tutore legale. Ero in convitto con altri 5 ragazzi e ho tirato avanti con 20 euro a settimana per un anno e mezzo. Però mi è servito tantissimo perché mi ha dato dei valori che nella vita per andare avanti».
«Il calciatore vero della casa è mia mamma. Mi dispiace per mio padre, perchè non è mai stato così bravo. Ho preso tutto da mamma che tutt'ora gioca a calcio. Papà è scarso».
«Quando mi hanno detto che il Napoli mi seguiva non ci ho pensato su due volte. Ho pensato subito “Andiamo!”, visto che giocare in una grande squadra è sempre stato il mio sogno. Avevo lavorato tanto per quello. Il mio procuratore mi disse di pensarci un po', ma io gli dissi “Ma che pensare! Non ci devo pensare”»
«Mi sento sia italiano che brasiliano, visto che le mie origini sono di qui, perchè questo paese mi ha dato una grande opportunità. Ho cantato l'inno di Mameli e ho avuto emozioni forti in Nazionale. Poi sono anche un po' napoletano, del resto mio figlio è nato qui».
«I gol? Quando lo feci contro la Roma fu bellissimo perché lo stadio era pieno e sentii Decibel Bellini urlare il mio nome... Spero che succeda più spesso».
«Il segreto del Napoli di Sarri? Andiamo tutti d'accordo, il che non è facie perché su 25 giocatori capita sempre che qualcuno non vada d'accordo con un altro. Invece qua non ci sono problemi, c'è una bellissima atmosfera».
«Idoli? Da bambino Kaka, mentre nel mio ruolo Pirlo e Xavi».


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