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Il Napoli gioca meglio di squadra, ma la Juve sa che si vince coi giocatori

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Perdere fa male è chiaro, e brucia ancora di più se sai di aver giocato meglio dell'avversario nel complesso. Però proprio questa considerazione deve far riflettere sulla differenza che ancora esiste tra una squadra come la Juve e il Napoli, e far accettare con molta serenità (e realismo) la sconfitta.

Il simbolo di questa differenza qualitativa sta nell'azione del primo gol: c'è un difensore che deve solo spazzare via una palla che gli rimbalza davanti, quindi comoda comoda, e invece svirgola mandandola addirittura indietro. C'è poi un altro difensore che si getta su quella palla e non ci pensa su, sparandola al volo (120 km/h) sotto la traversa, manco fosse un bomber consumato.

Ecco lì la differenza tra una squadra vincente e una grande squadra. Sta negli uomini, non c'è dubbio. Il bel gioco ogni tanto sembra che possa bastare da solo a colmare quel gap, ma è un'illusione perché non sarà mai così.
Ti può aiutare a vincere ogni tanto qualche sfida, ti può aiutare a stare nei quartieri altissimi, ma non può spingerti fino ad arrivare in cima.
Alla fine infatti sono le qualità dei giocatori che, nel bene e nel male, ti decidono le sfide importanti e i campionati. E sfortunatamente, il Napoli non ha molti giocatori che sono al top. Anzi, qualcuno sembra drammaticamente sopravvalutato.

Apriamo e chiudiamo una parentesi: al Napoli è vero che mancavano Milik, Albiol e Gabbiadini, però se guardiamo in casa altrui la lista dice: Dybala, Chiellini (ko dopo mezz'ora), Evra solo in panchina per un guaio al polpaccio. E accanto a Evra era seduto uno come Dani Alves... non Christian Maggio (con tutto il rispetto). Insomma, la differenza esiste ed è pure bella grossa.
Non dobbiamo stupirci se Ghoulam fa un liscio fantozziano e Bonucci segna un gol da centravanti, perché nelle caratteristiche del primo c'è la tendenza alla cavolata difensiva (tre assist all'avversario nelle ultime 4 partite) mentre nelle doti del secondo c'è la capacità di segnare gol del genere. Gira e rigira, dipende tutto dalle qualità dei singoli.

Sarri inquadrò bene la questione già un mesetto fa (in verità l'ha detto più e più volte): "il Napoli non può puntare a vincere o contrastare la Juve, perché non ha i giocatori per farlo". Gli venne dato del rinunciatario, del pessimista, del provinciale. Adesso tutti hanno capito che aveva ragione.
Con il materiale umano che c'è (che è pure giovane) si può stare lì a lottare per la Champions e il secondo posto, ed è un bel traguardo.

Questo non è disfattismo. Finire secondi è tantissima roba. Finire terzi è tanta roba. Specie se in mezzo ci metti una Champions giocata bene e che magari ti vede andare un po' avanti. L'obiettivo del Napoli è questo, ed è ampiamente alla portata.
L'importante è non deprimersi perché perdi contro una squadra che ha il triplo del tuo fatturato, ha vinto 5 scudetti di fila e molto probabilmente si prenderà anche il sesto. A maggior ragione se perdi per due assist di un tuo giocatore.

img di Stefano Mastronardi


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