A leggere tutti i nomi di mercato accostati al Napoli, pare che dobbiamo fare un mercato di riparazione per risolvere i nostri problemi.
Come se il 24enne marocchino Cheddira (uno dei cento nomi sparati in meno di due settimane) fosse il novello Benzema che potrebbe alzare il già enorme livello della squadra.
E quando non si parla di mercato, la cessione societaria diventa un altro tema caldissimo, di quelli che ci puoi riempire pagine e pagine.
Perché in maniera un po' ridicola ci vogliono convincere che è un grande affare offrirsi allo "mmericano".
Per inciso, i fondi del risultato sportivo se ne sbattono, perché vengono per fare il "bisinisss", per fare utili.
Vengono per comprare e poi rivendere a cifra più alta, oppure per speculare sull’arretratezza del nostro calcio, ossia fare affari su tutto quello che c'è intorno (come gli stadi da costruire e le strutture da creare).
All'americano che investe, il fatto che il Napoli vinca o perda gli interessa solo nella misura in cui questo genera valore. Se non genera valore, allora se ne fotte.
A tutti coloro che nel corso degli anni hanno detto a De Laurentiis che pensa solo al suo portafoglio, il solo pensiero di finire a un fondo americano dovrebbe far venire un coccolone immediato.
Altro che passare dalla padella alla brace, questo significherebbe infilarsi dentro una fornace...
Al di là di questo, pur accettando che ognuno ha le sue preferenze, una domanda viene spontanea. Visto che l'attuale proprietà mi ha dato una squadra primissima in Serie A ed anche tra le più apprezzate in Europa, con un bilancio sanissimo e senza un centesimo di debito, ma perché dovrei barattarla con un fondo americano? Ad oggi, se lo facessi mi darei del coglione da solo.