La metamorfosi. «Nella vita è fondamentale sentire la fiducia di chi ti sta attorno. Quando è arrivato Spalletti ho avvertito che le cose erano cambiate, che era arrivato il mio momento. Spalletti è stato fondamentale per la mia svolta».
Spalletti. «Non si accontenta mai. Possiamo fare qualsiasi tipo di prestazione ed essere primi, ma lui viene e ci dice che la prossima gara deve essere migliore di quella appena finita. Non staremmo qui senza di lui, senza i suoi richiami a stare sempre concentrati, a non abbassare la guardia. Ogni partita, dice, deve essere migliore di quella prima».
Dai mugugni estivi allo Scudetto. «Pensavamo che la delusione era eccessiva. E' vero che erano andati via giocatori importanti, ma ne erano arrivati di altrettanto importanti anche se magari non erano conosciuti. Però in ritiro ci siamo allenati sempre bene e abbiamo scoperto di avere la qualità per poter fare un buon campionato. Nessuno credeva in noi e questo ci è servito a crescere senza pressioni».
I video della festa tricolore. «Li ho visti... e mi fanno immaginare quello che potrebbe succedere... Ma la strada è ancora lunga e in salita».
La Champions. «Non abbiamo nessuna voglia di pensare già all’Eintracht. Prima c'è il Sassuolo, che è una squadra piena zeppa di qualità . Hanno tanti giocatori di ottimo livello e le partite con il Milan e l’Atalanta sono la prova di quello che dico. Dobbiamo essere concentrati. Ma lo saremo. Poi alla trasferta in Germania inizieremo a pensare già nel viaggio di ritorno da Reggio Emilia. Ma solo dopo il 90’».
Attenzioni particolari. «Lo ammetto, gli avversari mi guardano in modo diverso rispetto al passato. Non sto mai da solo, c’è sempre qualcuno che mi affronta. Ho incontrato avversari di livello e Amrabat in campionato è quello che più mi ha fatto soffrire».