Il tecnico Rudi Garcia e i giocatori Gollini e Juan Jesus hanno incontrato i tifosi napoletani nel ritiro di Dimaro.
Ecco le parole di Gollini.
"Sono felice di essere tornato dopo aver vinto lo Scudetto. E' stata un'emozione unica, per un ragazzo italiano vincere è un qualcosa di incredibile. Vincere qua a Napoli è davvero un qualcosa di speciale. Mi sposo con tante cose con i napoletani: musica, arte e amore per il calcio che è diverso dal solito. La prova è ciò che abbiamo vissuto l'anno scorso. Vincere qua non è come vincere in altri posti. I miei genitori? Non li ho mai visti mangiare come a Napoli".
"Il calcio di rigore? E' il momento in cui ho meno pressione, ce l'hanno più i giocatori di movimenti che io. Puoi diventare eroe. Provare a parare un rigore è un misto tra studio e sensazione".
"Ho iniziato a giocare a 4 anni, ma il portiere più avanti. Sono andato alla Spal da difensore e poi ho cambiato chiedendo al preparatore dei portieri di provarci. Mi disse di portare i guanti e da quel momento non sono più uscito dalla porta. Il talento va allenato e coltivato, tutti hanno fame ma conta dare tutto te stesso. Bisogna fare sacrifici, ci sono momenti belli e brutti ma si deve sempre lavorare duro".
"In questi giorni leggevo un libro sul basket, ogni anno ci sono meccanismi diversi. Dobbiamo essere anche noi di mettere in condizione il mister di lavorare il massimo. Solo così, insieme a voi, possiamo regalarvi tante gioie e farvi gioire ancora come nell'ultima stagione".
"Contendere il posto con Meret? La società vuole due giocatori di livello, giusto così. Con Alex siamo un buon gruppo di portieri, darò il massimo per mettere in difficoltà il mister ma quello che conta è che siamo compatti. Ci si deve allenare sempre bene, anche quando non giochi. Se mentalmente ti alleni sapendo di non giocare diventa dura".