"Vincere qui è stato bellissimo, ma per me non è stata una rivincita. Sono in Serie A da tanto, ho sempre lottato per le prime posizioni, ho giocato la semifinale di Champions. Ho avuto anche momenti difficili, perché oggi il mondo del calcio è brutale: giochi bene e allora sei bravo, giochi male e allora non servi più. Io però ho sempre lavorato con grande serietà , ed è un approccio che voglio trasmettere ai giovani, come hanno fatto con me i miei maestri, Iván Córdoba e Walter Samuel".
BatJuan, il Cavaliere Oscuro: "È nato tutto per gioco. Un mio amico ha molta fantasia nell’inventare soprannomi: l’aveva fatto già a Milano e a Roma, ma a Napoli non l’avevamo ancora trovato. Fino a quando, nella scorsa stagione, ho segnato contro il Bologna in una gara di campionato. Quel giorno indossavamo la maglia di Halloween, c’erano disegnati dei pipistrelli e allora sono diventato BatJuan. Ci siamo accorti che funzionava, infatti continuano a chiamarmi così. Ne sono contento, a me Batman è sempre piaciuto: è un supereroe umano, non ha poteri soprannaturali e combatte il crimine prima con la mente e poi con il corpo".