Il difensore azzurro Alessandro Buongiorno ha raccontato la sua passione per gli scacchi a "Scacchitalia", l'organo ufficiale della federazione scacchistica italiana.
«La passione per questo gioco comincia da piccolo. Ho imparato le regole grazie a mio padre, giocavamo insieme a lui e anche con mia sorella ma praticamente conoscevamo solo i movimenti dei pezzi. Poi ho continuato da ragazzo, a scuola, magari durante le ore di intervallo, o anche nei campi estivi. Ma il momento decisivo è stato quando sono andato in prestito al Carpi, perché c’erano lì un paio di ragazzi, abitanti del luogo, che amavano gli scacchi. Da lì ho iniziato a giocare sul web, e in particolare contro un mio grande amico di Torino, che di recente mi ha regalato una scacchiera. Ovviamente quando possiamo giochiamo dal vivo, di persona, ma quando siamo lontani ci sfidiamo sulle piattaforme».
Avversario nel Torino. «Era Vanja Milinkovic-Savic. Giocavamo soprattutto in pullman, durante gli spostamenti dovuti alle trasferte. Nel Napoli non ho mai sfidato i miei nuovi compagni, ma so che anche Giovanni Simeone gioca».
Qualche dato. «Ho un profilo su Chess.com, e ho un punteggio attorno ai 1.200 (un livello intermedio, ndr). Il mio tempo preferito è 5 o 10 minuti senza recupero a mossa. Qualche volta, in particolare con l’amico di cui parlavo prima, ho provato anche le partite di 3 minuti, ma è un tempo troppo rapido per me, non sono allenato a sufficienza. E poi preferisco un ritmo meno serrato, un gioco più meditato, più rilassante».
Lo stile di gioco. «Inizio sempre con il pedone di Re, con il Bianco, e anche con il Nero appena posso avanzo quel pedone, ho uno stile abbastanza classico».
Analogia tra calcio e scacchi. «Mi è capitato di pensarci. Ovviamente negli scacchi serve molta strategia, molta preparazione, bisogna pensare tanto a come impostare la partita, e questo lo ritrovi anche nelle partite di calcio, quando devi affrontare una sfida importante. Registrare la fase offensiva o la fase difensiva è come preparare un’apertura speciale per mettere in difficoltà l’avversario. Ovviamente poi nel calcio arriva il momento in cui quello che hai preparato non conta più, e devi giocare d’istinto. Ma in fondo vale anche per gli scacchi, quando la situazione cambia e la posizione non è quella che avevi previsto: devi fare in fretta ad adattarti».
Svago o antistress? «Li considero uno svago, un divertimento, soprattutto nel tempo libero, o magari durante i viaggi, in camera d’albergo, insomma non troppo vicino al momento della partita. Aiutano senz’altro a tenere il cervello attivo, ma per acquisire e mantenere la concentrazione utile a giocare a calcio preferisco altre attività».