L'obiettivo dichiarato di Antonio Conte è dare al Napoli un gioco più europeo, più dominante. Ma il tecnico azzurro ha più volte evidenziato che tutto questo ci farà prendere dei rischi in più. Dobbiamo accettarli.
In sostanza, ciò che Conte dice è che la nostra ambizione è somigliare il più possibile alle big come PSG, Barcellona, Real, Bayer, ossia squadre che in campo vanno per darle all'avversario. Per essere dominanti. Quando queste squadre affrontano le italiane, la costante è che il loro "punto debole" è che concedono sempre qualcosa, proprio perché pensano soprattutto a come farti male.
Ecco, noi vogliamo accendere un piccolo riflettore su questa faccia della medaglia, ossia il "prendersi dei rischi in più". Sì perché tutte le squadre che abbiamo menzionato - che alla fine sono quelle che si sono spartite la Champions negli ultimi vent'anni - non solo provano sempre a demolire l'avversario, ma al tempo stesso accettano anche il rischio di prenderle di santa ragione.
E scorrendo gli almanacchi degli ultimi anni, ci sono risultati anche più pesanti di PSV-Napoli.
L'esempio più eclatante risale ad agosto 2020: il Barcellona di Messi ne prende ben OTTO, in casa, dal Bayern Monaco (!).
I catalani sono poi particolarmente "affezionati" ai poker: 0-4 dal Real, dal Liverpool, e per tre volte hanno subito un poker dal PSG.
Noi pensiamo al Barcellona soprattutto per le vagonate di gol che dà, ma evidentemente ogni tanto le prendono pure. Senza far drammi quando succede.
Ma se prendiamo una qualsiasi delle BIG d'Europa, scopriamo che nessuna è esente dalle scoppole.
Il City di Guardiola ha incassato sia cinquine che poker (Chelsea e Barcellona).
Il PSG è nella storia per aver dilapidato un 4-0 casalingo rifilato al Barcellona, perdendo poi 6-1 al Camp Nou.
Perfino il Real Madrid ha diversi capitomboli da ricordare. Uno è recentissimo: 4-0 dal PSG nel mondiale per club a luglio. Ma nel curriculum ha pure un 6-2 dal Barcellona, un 5-0 e un 5-1 sempre da catalani, un poker dal City e uno dal Liverpool.
Si danno e si prendono, a viso aperto. Ci si schiaffeggia senza pietà, perché non esiste altra strada quando sei una big.
Da noi invece esiste ancora il concetto di "perdere bene". L'Inter non è stata massacrata perché ha perso la finale col PSG, ma perché ha perso male. Come se cambiasse qualcosa perdere una finale 1-0 o 5-0. L'hai persa, punto.
Ora non vogliamo dire che il 6-2 contro il PSV vada addirittura celebrato, ma solo che certi scivoloni dobbiamo imparare ad accettarli se vuoi alzare ancora l'asticella e diventare una squadra che pensa soprattutto a darle prima di non prenderle. In questo percorso sarà inevitabile incappare in sconfitte pesanti, ma tutto questo ci aiuterà, un giorno.
Tra tutte le italiane, quella che in tempi recenti ha toccato il punto più alto in Europa è stata l'Atalanta, perché ha vinto l'EuroLeague. Quella di Gasperini è stata celebrata come la più europea delle squadre italiane, per via del suo gioco aggressivo, maschio e ultra-offensivo.
Da debuttante, l'Atalanta era arrivata a un passo dalla semifinale di Champions. Al 90' vinceva 1-0 col PSG la sfida secca dei quarti di finale, ma beccò due gol nel recupero. Favola finita. Ma ricordate com'era cominciata quella favola? Ve lo diciamo subito: sconfitta 4-0 dalla Dinamo Zagabria; sconfitta 1-2 con lo Shakhtar; sconfitta 5-1 con il City. Tre partite, tre sconfitte, 11 gol subiti. Cinque mesi dopo però quella squadra arrivò a un passo dalla semifinale, dopo averne fatti 8 al Valencia in due partite.
Diventare una squadra "europea" richiede tempo, pazienza e anche accettare certe scoppole. Fanno parte del cammino, e se sei intelligente ti serviranno anche quelle. Altrimenti resterai uno che pensa che la sconfitta per 1-0 è comunque "perdere bene".

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