C'è formalmente il via libera agli allenamenti di squadra a partire da lunedì 18. Il che non significa che si potranno fare come pare e piace ai club, che comunque dovrebbero rispettare i paletti stabiliti dal protocollo. E siccome molti non possono o non vogliono, per questi club non ricominceranno davvero gli allenamenti di squadra, ma saranno ancora individuali. E saranno quasi tutti i club di Serie A.
Il problema è sempre il protocollo. «Era stato proposto da Figc e Lega - ha chiarito il ministro Spadafora - ma adesso le società si sarebbero rese conto che non dispongono delle strutture adeguate per i ritiri. Se la Figc ritiene che non ci siano le condizioni, ce lo dicano, ma rispettino il distanziamento».
Il punto è che non sanno manco mettersi d'accordo tra loro. Lega, FIGC, medici sportivi e AIC dicono cose ancora diverse.
Quello che è certo è che stabilire una data di ripresa è IMPOSSIBILE. Anche la serie A, che ha fissato al ripresa al 13 giugno, non ha compreso una cosa che si sta ripetendo da settimane, e che il ministro Spadafora ha ribadito oggi: "bisognerà vedere le curve del contagio dopo la riapertura vera del 18 maggio".
E siccome il 18 maggio arriverà lunedì, nessuno può dire cosa succedere. A meno di avere la sfera di cristallo.
Il problema di fondo è riguardante la quarantena, perché rimanendo il protocollo c’è il rischio che - in caso di contagio - una squadra possa restare ferma 14 giorni.
A proposito, oggi due giocatori del Parma sono risultati positivi (anche se fortunatamente asintomatici).